DETARTRASI O ABLAZIONE DEL TARTARO: DI COSA SI TRATTA?
In questo articolo, vogliamo parlarvi della detartrasi o ablazione del tartaro, ovvero quella tecnica che prevede l’eliminazione meccanica dei depositi di tartaro sopragengivale e sottogengivale attraverso l’utilizzo di strumenti odontoiatrici manuali, accompagnati da quelli motorizzati o ad ultrasuoni. Grazie agli strumenti manuali, presso lo Studio Giordano di Modena si effettua la raschiatura della parte degli elementi dentali nascosta dal bordo gengivale e della superficie dei denti per rimuovere placca e tartaro.
La detartrasi è utile per diversi aspetti. Infatti si tratta di un rimedio contro l’alitosi persistente e previene la formazione di carie e pulpite. Inoltre, è capace di eliminare l’infiammazione gengivale, prevenendo patologie parodontali come la gengivite e parodontite. Infine, interrompe la sinergia esistente tra la parodontite e le malattie cardiache o il parto prematuro, evitando anche il riassorbimento dell’osso alveolare (fondamentale in caso di ricorso all’implantologia).
Quali sono gli strumenti per la detartrasi?
Come detto nel paragrafo precedente, gli strumenti utilizzati daI nostri dentisti e igienisti dentali dello Studio Giordano di Modena per la detartrasi possono essere:
- Curettes o Scalers
Le curettes sono costituite da un manico in acciaio che termina con una punta a lama molto tagliente, utilizzata per la raschiatura dello smalto del dente senza però scalfirlo - Ultrasuoni
L’ablatore ad ultrasuoni è uno strumento con punte intercambiabili che permettono di raggiungere il tartaro sottogengivale. La punta, mossa dal micromotore compie un movimento vibratorio e riesce a rimuovere il tartaro senza danneggiare i tessuti circostanti.
L’utilizzo delle curettes o dell’ablatore ad ultrasuoni dipende dall’operatore anche se, combinati, riescono ad eliminare più materiale possibile.
In cosa consiste la detartrasi sopragengivale?
La detartrasi sopragengivale riesce ad eliminare quel tartaro che è possibile vedere anche ad occhio nudo o con l’aiuto di un specchietto da dentista per le superfici interne. Difatti, stiamo parlando di quelle calcificazioni dal colore giallo o marroncino.
Questo tipo di calcificazioni, oltre a rovinare esteticamente il sorriso, comportano una forte alitosi poiché l’aria espirata passa attraverso il tartaro ristagnante.
Per l’ablazione del tartaro sopragengivale non è necessaria l’anestesia, poiché vengono utilizzati strumenti che non toccano né le gengive né i nervi, bensì solo lo smalto dei denti.
In cosa consiste la detartrasi sottogengivale?
La detartrasi sottogengivale si occupa di rimuovere il tartaro che si è accumulato poiché le manovre di igiene orale domiciliare non sono state del tutto corrette e quindi non sono riuscite a rimuovere la placca che si è così mineralizzata.
La detartrasi sottogengivale mira a ripristinare lo stato di salute dei denti, combattendo la gengivite e prevenire la parodontite e la formazione di tasche gengivali molto amate dai batteri. Infatti, i batteri si anniderebbero e entrerebbero per andare ad intaccare tutte le componenti del parodonto fino ad arrivare all’osso alveolare determinandone il riassorbimento quindi la mobilità del dente fino alla sua naturale caduta od estrazione.
In questo caso la procedura di detartrasi si effettua con un’anestesia locale che può essere anche in gel o spray ad uso topico.
Cosa succede dopo la detartrasi?
Dopo la detartrasi, molti pazienti hanno accusano una maggiore sensibilità dentale che tende ad affievolirsi giorno dopo giorno fino a scomparire del tutto dopo circa un paio di settimane.
Questo è del tutto normale in quando l’accumulo di tartaro ha provocato una costante infiammazione delle gengive che, a lungo andare, tendono a ritirarsi lasciando scoperta la parte di dente. Nel caso di un grosso accumulo di tartaro, questo diventa quasi una copertura del dente, che viene isolato e quindi meno sensibile.
In ogni caso dopo l’ablazione del tartaro è consigliato seguire alcuni suggerimenti come:
- evitare di assumere bevande o cibo molto dolce;
- evitare di fumare per almeno due ore;
- se le gengive sono particolarmente sensibili, nei giorni successivi è opportuno utilizzare uno spazzolino con setole morbide;
- evitare lo sfregamento dei tessuti molli con il filo interdentale o lo scovolino;
- utilizzare dentifricio e collutorio per denti sensibili e gengive irritate;
Per sfiammare le gengive, nel caso, noi dello Studio Giordano di Modena consigliamo di eseguire dei risciacqui con acqua e sale oppure acqua e olio essenziale di melaleuca (poche gocce in un bicchiere di acqua).