L’ODONTOIATRIA RESTAURATIVA O CONSERVATIVA: TUTTO QUELLO CHE DEVI SAPERE
Periodicamente, il Dipartimento della sanità pubblica e dell’innovazione del Ministero della Salute fornisce delle linee guida agli odontoiatri, come quelle per la prevenzione e il trattamento delle patologie odontostomatologiche nel paziente in età evolutiva.
Anche altri organismi ne rilasciano, ad esempio la FNOMCeO, che pubblica linee guida inerenti all’applicazione del codice deontologico.
Questa tipologia di documentazione, indirizzata al medico odontoiatra e a tutti i professionisti di ambito sanitario, può anche coinvolgere direttamente il paziente, il quale può essere interessato a conoscere quegli aspetti che possono aiutarlo nel valutare con criterio il professionista a cui si rivolge.
In questo articolo, vogliamo concentrarci sull’odontoiatria restaurativa o, più comunemente conosciuta come conservativa, con un rimando alle linee guida ad essa dedicate.
Stiamo parlando di quella branca dell’odontostomatologia che si occupa della prevenzione e della terapia delle lesioni, sia congenite che acquisite, dei tessuti duri dei denti.
I suoi obiettivi sono:
- la prevenzione, che è sempre la miglior terapia. Soprattutto nei bambini e negli adolescenti, vengono utilizzati protocolli minimamente invasivi;
- l’eliminazione dei fattori causali della malattia e la motivazione del paziente, in quanto è fondamentale istruire il soggetto sulle tecniche di controllo della placca batterica e consigliarlo sulla corretta alimentazione;
- la scoperta e l’arresto delle lesioni demineralizzanti in fase iniziale attraverso terapie non invasive e di rimineralizzazione;
- la terapia delle lesioni coinvolgenti tessuti duri secondo tecnica convenzionale.
In aggiunta a ciò, il paziente deve essere consapevole che l’odontoiatria restaurativa è un trattamento risolutivo di malattia, ma solo nel momento in cui è accompagnata ad attente misure di prevenzione e profilassi. In caso contrario la problematica a carico del soggetto potrà ripresentarsi anche in forma più grave. Infatti, ad esempio, le lesioni cariose potrebbero manifestarsi nuovamente, magari inizialmente occultate dallo stesso restauro, qualora venga trascurato il monitoraggio di questo.
Per questi motivi, è consigliato che le procedure restaurative siano accompagnate e seguite da una profilassi individuale e da periodiche visite dall’odontoiatra e l’igienista per il mantenimento della salute orale.
Da questo, si può evincere quindi che un trattamento restaurativo non possa essere pianificato come intervento sporadico, ma deve essere inserito nel contesto di un lungo piano terapeutico.